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Sommario,abstract
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Il 13 dicembre del 1990 un violento terremoto colpì Noto, una delle più belle città dellestremo lembo sud-orientale della Sicilia (la Val di Noto) mettendo a rischio lincolumità delle sue chiese e dei suoi palazzi, capolavori del barocco siciliano. Sei anni dopo, il 13 marzo del 1996, alle ore 22.13 la cattedrale andò in briciole, implodendo su sé stessa. Rimasero in piedi la facciata, il perimetro esterno, i pilastri di sinistra e uno spicchio di cupola. Le macerie riempirono le navate per unaltezza di sei metri. E la cattedrale, come ci ricorda il vescovo di allora, monsignor Salvatore Nicolosi, rimase a cielo aperto; un cielo freddo e sereno di marzo, palpitante di stelle. Ci vollero due anni solo per sgomberare le macerie, a mano, con la cazzuola, come si fa per uno scavo archeologico. Gli esperti vollero prima di tutto indagare sulle ragioni del crollo, la risposta era nei pilastri, che al loro interno non erano fatti di pietre squadrate, come il rivestimento esterno faceva pensare, ma di un agglomerato di sassi tondi e malta. Così, indebolito dal terremoto e nonostante il cerchiaggio preventivo, il pilastro di destra, sotto la cupola, quella sera cedette allimprovviso per il peso del tetto di cemento armato, che negli anni 60 aveva sostituito quello settecentesco, più basso e leggero, a capriate di legno. Il tetto scivolò in avanti e come una lama di coltello andò a colpire la cupola, che a sua volta si rovesciò sulla navata di destra. Come ricorda monsignor Nicolosi, fu un vero miracolo che il crollo fosse avvenuto a quellora, quando la cattedrale era vuota. Se pensiamo, poi, che solo un mese prima, il 19 febbraio, ledificio era stracolmo (forse un migliaio di persone) radunate per la festa patronale di San Corrado, dobbiamo davvero ringraziare la Provvidenza. Il secondo miracolo lo abbiamo sotto gli occhi: è la cattedrale rinata.
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