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Sommario,abstract
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Verga: passano gli anni e la sua figura non diminuisce; il maestro del verismo si perde, ma lo scrittore grandeggia. Ed è quello che vorremmo sottolineare oggi, a cinquant'anni dalla morte dello scrittore, di là da ogni interpretazione extrartistica, sociologica e tendelzialmente politica che voglia scoprire nello scrittore il progressista o il reazionario, il conservatore o il nazionalista: sottolineare, cioè, la grandezza poetica di uno scrittore che con la sua opera rivoluzionaria, inseriva la narrativa veristica italiana nella prospettiva della narrativa europea del secondo Ottocento, sollevandola sul piano dell'opera di Balzac e Flaubert, Maupassant e Zola, onde l'Italia veniva a collaborare a una prodigiosa stagione della cultura europea, quella del realismo. La ideologia del Verga è la sua stessa poetica. Il Verga non rifiutava alcuna ideologia, voleva, bensì, rappresentare la realtà nella sua struttura umana e storica, alieno da ogni volontà di inchiesta e di indagine ravvicinata: rappresentazione dentro la quale lo scrittore chiude la sua pena e l'unica sua possibilità di sperare, dissolvendosi nelle cose rappresentate. In questo non va certo ravvisato un limite, ma la grandezza dell'arte verghiana...
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