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Sommario,abstract
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L'icona, espressione, in un linguaggio universale, della verità trascendente. Perché abbiamo voluto proporre all'attenzione del pubblico contemporaneo questi antichi capolavori d'arte bizantina, che, attraverso la dimensione estetica, esprimono i misteri del pensiero cristiano? Perché l'icona è un'opera d'arte che merita di essere apprezzata e maggiormente conosciuta per la sua peculiarità. Presentando la teologia in immagini, spiritualizzando forme e soggetti, l'icona propone la verità trascendente in un linguaggio universale, dove armonia, verità e bellezza si fondono per mettere in comunione l'umano col Divino, il visibile con l'invisibile. E la mostra ha voluto riscoprire questo prezioso dipinto, che si differenzia nettamente dalle altre opere pittoriche per il suo carattere apofatico, per la singolare struttura delle linee divergenti verso l'infinito per rendere i volti misteriosi, indefinibili. Per questo specifico carattere l'icona permette a chi la contempla un rapporto dialogico col Divino. Costituisce un invito a soffermarsi sulla realtà trascendente. Realtà dalla quale i grandi artisti dell'icona hanno tratto ispirazione per dar corpo a suggestive simbiosi artistico-spirituali. L'iconografia è stato un genere artistico molto diffuso in Sicilia. Furono i Bizantini ad introdurvela. Riuscì a resistere perfino alla rigida politica iconoclastica degli imperatori Leone III e Costantino V, i quali, poiché negavano la rappresentazione figurativa del Divino, propugnarono, verso la metà dell'ottavo secolo, la distruzione delle immagini sacre. Ma, il culto, si rafforzò nel tempo, impregnandosi di significati propri dell'"humus" latino e della tradizione cattolica. Prestigiose icone del periodo compreso tra il XIV e il XVIII sec. sono custodite nella Galleria Regionale di palazzo Bellomo a Siracusa. Vengono ora, con questa mostra, riproposte all'attenzione del pubblico.
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